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Il “borgo del Moschino” e la neoclassica casa Clerico nell’ampliamento di Torino verso il Po e Vanchiglia

Federica Bergamini

Il rapporto tra l’impianto di Torino e la sponda del Po ha assunto forme organicamente strutturate solo verso la fine del XIX secolo. Problematica era stata la riqualificazione della sponda sinistra con il tardivo abbattimento del “borgo del Moschino” e la costruzione dei Murazzi. Negli anni trenta, in un contesto ancora degradato, erano sorti alcuni palazzi di pregio come quello dell’ammiraglio del Po Bartolomeo Clerico, tra via Pescatore e lungo Po Cadorna:
progettato da Luigi Vigitello, avrebbe dovuto costituire uno dei più eleganti edifici neoclassici sulla riva del fiume. L’opera – mai completata – diventa, nelle sue traversie costruttive, testimone della difficile riqualificazione urbana tra piazza Vittorio e Vanchiglia, seguendo le dinamiche socio-politiche e culturali della città: dalla temperie progressista del periodo carloalbertino e dai fasti – brevi – di capitale d’Italia sino allo sviluppo di fine secolo. Anche il Novecento vi lascia il segno, nelle forme di una frettolosa sopraelevazione dettata dalle
speculazioni del dopoguerra.

 

The “Moschino” borough and the neoclassical Clerico house in the Turin expansion towards the Po river and Vanchiglia district

The link between the Turin layout and the Po river was organically shaped in the late nineteenth century only. Upgrading the left bank and accomplishing the Murazzi river walls meant waiting decades for the decaying “Moschino” borough to be demolished. In the ‘30s, in a still degraded context, some high-level mansions were built: so the one of the Po Admiral, Clerico. Designed by Luigi Vigitello, it was planned to be one of the most elegant neoclassical buildings on the riverbank. Clerico house was never completed according to the original plan,
becoming a witness to how problematic the renovation of the area turned out. Its troubled construction phases reflect the dynamics affecting the city: from the progressive policy of the Carloalbertine period to the glorious – but short – role of Turin as capital, from the 1865 crisis to the growth at the turn of the century. The twentieth century left its mark too: a hasty raising as a result of post-WWII building speculation.

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