Editoriale

LXXV, N. 1 Editoriale. Progetti e narrazioni / Editorial. Designs and narratives

Editoriale del direttore

Andrea Longhi

 

La questione della scoperta, riscoperta o invenzione delle “identità” attraversa il dibattito storico e politico degli ultimi anni: sono finora emerse una pluralità di sfumature, che vanno dall’affermazione rigida di identità a-storiche e precostituite (partitiche, etniche, nazionali, come pure professionali nel nostro caso) al riconoscimento di processi storicizzati di costruzione e trasformazione di identità adattive, fluide, resilienti, fondate sul dialogo con l’alterità e sulla narrazione dei mutevoli contesti in cui le identità stesse si formano. Il primo fascicolo del 2021 – che raccoglie otto contributi nella sezione Rassegna e che dedica un Dossier di approfondimento a temi di cooperazione internazionale – propone temi molto diversi, ma unificati dal tema della narrazione, che emerge come strumento imprescindibile per prefigurare, sviluppare e attuare progetti di qualsiasi natura, siano essi di architettura, ingegneria o integrazione sociale.

Il rapporto tra parole e progetto è tematizzato nella Rassegna dai saggi di Della Scala-Lucarini e di Federighi-Cesareo (nonché nella recensione di Tagliagambe), che riflettono sulla costruzione linguistica dei documenti progettuali e sulla narrazione dell’innovazione nella pratica professionale. Ma la relazione tra dibattito e processi progettuali è – in senso lato – la chiave di lettura più ampia di altri contributi: la questione della trasformazione e dell’adattività degli spazi per l’educazione e per la cura dei bambini (temi su cui la sensibilità è cresciuta nei mesi pandemici: saggi di Campobenedetto, Berta-Dini-Rolfo-Vigliocco e Biolchini-Pollo), come pure l’attenzione all’aggiornamento delle biblioteche (Della Scala- Quaglio-Todella), depositi di parole che non possono non essere attraversati in modo continuativo da progetti di adeguamento e di integrazione in contesti studenteschi in mutazione. Il rapporto tra narrazioni di territori e formazione è infine tematizzato dai saggi di Carbone-Filippi sulle aree interne e di Avanza-Meneghin sulle designazioni UNESCO, nel quadro di una relazione dinamica con le parole-chiave della sostenibilità e della rigenerazione.

Il Dossier sviluppa un tema sensibile e di attualità, il rapporto tra cooperazione internazionale e sostenibilità, accompagnando il lettore nel racconto polifonico di un’esperienza molto concreta. Registri narrativi diversi illustrano le tante sfumature culturali che i temi tecnici dell’energia e della sostenibilità possono assumere. Se la progettazione e l’implementazione di un piano per le energie rinnovabili può sembrare una questione di ordinaria responsabilità, il fatto che il progetto sia sviluppato a Betlemme – in un contesto storico e politico di straordinaria ricchezza e complessità – ha ispirato una pluralità di chiavi di lettura e di narrazioni, che muovono dal dato ingegneristico in senso stretto, per andare verso l’animazione di processi di coesione sociale e formazione professionale, fino a un originale affondo sul rapporto tra energia e produzione di arte contemporanea, in un territorio le cui emergenze sociali non possono far dimenticare che sono l’arte e la cultura che – in fin dei conti – offrono sensi profondi e permanenti alle esperienze di vita, anche a quelle più tecniche.

In questa riflessione sul rapporto tra parole, narrazione e progetti, gli Atti dedicano due scritti di Piccoli e Cavaglià a un uomo che le parole sapeva dosarle e usarle con competenza e parsimonia, Franco Rosso (1939-2019). Il suo archivio privato di testi e disegni, ora messo a disposizione del pubblico nell’Archivio di Stato di Torino e illustrato in una solida monografia (presentata nelle recensioni), costituisce una risorsa preziosa per capire come ogni narrazione sapiente debba fondarsi su basi conoscitive solide, ma continuamente rimesse in discussione con inesauribile spirito critico. Una narrazione troppo rassicurante e appagante, che non riesamina le certezze ritenute acquisite, non svolge un buon servizio né alla società, né alla ricerca universitaria.

Da ultimo, le Recensioni dedicano più spazio ai libri che alle mostre, considerate le difficoltà che i musei e i luoghi della cultura hanno vissuto in questi due anni pandemici. La narrazione del progetto – in testi e immagini fotografiche – e la narrazione del territorio sono le due chiavi di lettura dei volumi selezionati che, tra i diversi temi toccati, ancora una volta sottolineano l’urgenza di una riflessione sulle trasformazioni di Torino, tema su cui la Rivista conta di tornare con approfondimenti specifici.

 

Andrea Longhi, Direttore di «A&RT»

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