Design for afterlife. Un cimitero 2.0
Il cimitero è un tassello fondamentale delle città, eppure nella sua immanenza è elemento comunemente trascurato, di cui si è progressivamente consolidata l’immagine di recinto del dolore, un’isola nel tessuto urbano incapace di relazioni con la città e i cittadini, ridotto ad architettura della funzione, contenitore di anime impermeabile e distante.
Un intervento di ridisegno può agire limitatamente senza la volontà di confronto con tradizioni secolari e lo spinoso rapporto con la morte. Rivedere le consuetudini e introdurre alternative alle sepolture tradizionali potrebbe essere occasione di immaginare un cimitero 2.0 lontano, nel rispetto della propria sacralità, dall’immagine fredda dell’architettura-contenitore, capace piuttosto di convertirsi in una risorsa per la città.
Design for afterlife. A 2.0 cemetery
Cemeteries are fundamental yet ordinarily overlooked elements within our cities. Decades of neglect and their long-standing imperviousness have reinforced their ingrained mournful nature, condemning them to the role of segregated tiles within the urban fabric, solely sworn to their original purpose: the distant and impenetrable city of the dead.
Redesign endeavours can only go so far without the openness to question centuries-old customs and a thorny relationship with death. Reconsidering tradition and introducing alternative methods to dispose of human remains shall be crucial to the design of a 2.0 cemetery, distant from its cold container-like appearance yet respectful of its sacred purpose and hopefully able to morph into a resource for the urban area.
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